Euribor, danni da manipolazione?


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E’ notizia dei giorni scorsi: la Commissione Europea ha aperto un’indagine nei confronti di 12 banche europee per inottemperanza agli articoli 101 e 102 del Trattato dell’Unione Europea.
Il motivo? Avrebbero creato un cartello atto a manipolare il tasso Euribor, l’euro interbank offered rate. Tasso che peraltro rappresenta il parametro di indicizzazione dei mutui a tasso variabile in Italia e nei principali Paesi europei.
Milioni di mutuatari, che hanno acceso dal 1999 (anno di nascita dell’euribor) in avanti un mutuo, potrebbero aver dunque subito dei danni, diretti ed indiretti, dalla manipolazione del parametro a cui è indicizzato il loro mutuo. Danni diretti perché se il parametro è manipolato dalle banche per aumentare i loro profitti le rate dei mutui, determinati proprio dal valore dell’Euribor, potrebbero essere cresciute più di quanto avrebbero dovuto oppure potrebbero non essere diminuite, perché il valore dell’Euribor è stato artificiosamente tenuto alto dal cartello di banche. Danni indiretti causati dalla poca trasparenza del mercato e dal fatto che i loro comportamenti di scelta sono stati influenzati da informazioni non corrette, anzi create ad hoc da operatori scorretti.
Ma come è possibile che questo sia avvenuto? Chi controlla la definizione di questo importantissimo tasso interbancario?
L’Euribor-Ebf (european banking federation) è un'associazione internazionale senza scopo di lucro di diritto belga fondata nel 1999 con il lancio dell'euro e con sede a Bruxelles. I suoi membri sono le associazioni bancarie nazionali degli Stati membri dell'Unione europea.
L’Euribor, pubblicato ogni giorno alle ore 11:00, è il tasso al quale vengono offerti depositi interbancari in euro a termine da una banca ad un'altra primaria banca all'interno della zona Uem (unione monetaria europea).
La scelta delle banche che sono coinvolte nella quotazione dell’Euribor si basa su criteri di mercato: sono tra le più grandi del mercato e sono state selezionate in base alla diversità del mercato monetario in euro.
Ogni banca facente parte del gruppo selezionato (oggi sono 43) fornisce preventivi giornalieri del tasso, arrotondato al terzo decimale, che dovrà pagare ad altre banche per depositi interbancari. L’Euribor è calcolato su base 360. Viene visualizzato con tre cifre decimali. Le scadenze possono essere per una, due o tre settimane, oppure per mesi, da uno a dodici.
Ogni banca del Panel inserisce i propri dati su una pagina privata entro e non oltre le ore 10:45. Dalle 10:45 alle 11:00 al più tardi, le Banche possono correggere, se necessario, le loro quotazioni.
Si tratta dunque di tassi ipotetici, autodefiniti ed autocertificati da ogni singola banca. Non è previsto mai un controllo sui tassi effettivamente pagati dalle banche. Alle 11:00 Reuters, la società che gestisce la piattaforma, elabora l'Euribor incrociando dunque tutti i dati forniti dalle singole banche.
Una definizione molto particolare dell’Euribor che non si può definire propriamente un tasso di mercato, visto che solo 43 banche lo definiscono in base ai tassi con cui loro stesse si scambiano denaro.
Il valore dell’Euribor è di certo influenzato anche dal Tasso ufficiale di riferimento della Bce (banca centrale europea), ma dipende anche dall’incontro tra domanda e offerta e dalle previsioni che gli operatori fanno circa le politiche monetarie della Bce.
Se dunque sul mercato ci sono molti operatori che chiedono denaro in prestito, ma pochi che lo offrono, il prezzo del denaro cresce. Inoltre, se gli operatori pensano che a breve la Bce aumenterà o ridurrà il tasso di riferimento, il valore dell’Euribor già anticiperà queste previsioni.
Questo se non ci fossero distorsioni.
Ma la stessa Commissione Europea, dopo che Barclays nel processo sullo scandalo Libor (dove ha subito una multa di ben 453 milioni di euro) ha ammesso manipolazioni sull’Euribor, ha dovuto avviare un’indagine.
In pratica alcune delle banche coinvolte nella definizione dell’Euribor si sarebbero messe tra di loro d’accordo per comunicare a Reuters dei valori particolari, in modo che la media giornaliera avesse un determinato valore.
Assai probabilmente si arriverà ad una nuova definizione del parametro di indicizzazione dei mutui a tasso variabile.
Nel breve termine l’intervento della Commissione Europea sarà indirizzato alla governance del Comitato di sorveglianza dell’Euribor-Ebf. Non è pensabile che il parametro di indicizzazione dei mutui sia lasciato completamente alla mercé delle banche attraverso le loro associazioni bancarie nazionali.
Serve la presenza nel Comitato anche di rappresentanti delle Autorità monetarie di controllo e degli utenti, consumatori ed imprese. Nel lungo termine poi si dovrebbe arrivare a definire un nuovo parametro, un nuovo tasso interbancario, la cui definizione passerebbe completamente sotto la responsabilità dell’Eba, l’autorità di sorveglianza bancaria europea.
Questo sarà un parametro più trasparente, costruito sulla base degli scambi di moneta sul mercato interbancario di un insieme più eterogeneo e numeroso di banche (almeno le 100 banche con asset superiori ai 30 miliardi di euro che dal 1 marzo 2014 saranno poste sotto la supervisione unica della Banca Centrale Europea).
Di certo avere un parametro più trasparente e più corretto rispetto alle reali vicissitudini del mercato potrebbe risolvere anche il problema dell’attuale definizione del tasso finito di un mutuo a tasso variabile applicata dalle banche italiane; visto che l’Euribor non rappresenta effettivamente il reale costo del denaro le banche italiane applicano attualmente ai loro clienti degli spread (dei differenziali rispetto al parametro di mercato) molto elevati compresi tra il 3,5% e il 4%. Con una particolarità non da poco: il parametro di mercato elevato dà la certezza che cambi nel tempo e che dunque ad un certo punto abbia un valore molto basso (come sta accadendo ora all’euribor), mentre lo spread, una volta fissato nel contratto di mutuo, rimane costante per sempre, per tutta la durata del finanziamento, a meno che la banca non sia disposta a rinegoziarlo oppure il mutuatario non decida ad un certo punto di cambiare operatore.
Certo servirà individuare un meccanismo equo e corretto per la definizione del nuovo parametro che indubbiamente dovrà tenere conto di quanto effettivamente le banche pagano sul mercato interbancario il denaro.

 

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Dal 1995 per l’ufficio studi di Altroconsumo produce analisi sul settore bancario, assicurativo e dei mezzi di pagamento. I lavori spaziano dal credito al consumo al credito immobiliare, dalle assicurazioni vita ai conti correnti ed alle carte di pagamento.

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