In attesa della PSD 2


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A breve, forse entro luglio 2015, il Parlamento europeo voterà la nuova direttiva sui servizi di pagamento, la cosiddetta PSD2. La stiamo aspettando ormai da due anni, ci sono state molte revisioni del testo; ma ora siamo in dirittura d’arrivo.


Lo scorso 5 maggio Parlamento e Consiglio europeo hanno raggiunto un accordo sulla proposta di revisione della direttiva. L’accordo riprende molte delle richieste che le associazioni dei consumatori facenti parte del BEUC (tra cui Altroconsumo) hanno fatto all’Unione europea per aumentare la tutela degli utenti finali e favorire la diffusione degli strumenti di pagamento alternativi al contante.

Sicuramente in ordine di importanza è giusto parlare per prima cosa del divieto assoluto di commissioni aggiuntive per i pagamenti con carte di debito e di credito (circuiti nazionali, Visa e Mastercard). Questo significa che i consumatori non dovranno mai più pagare commissioni aggiuntive al prezzo pubblicizzato quando acquistano on line un biglietto aereo o prenotano un albergo o comprano un capo di abbigliamento.

E’ questa una delle problematiche contro cui anche in Italia Altroconsumo si è battuta più volte nel corso degli ultimi anni. In Italia abbiamo infatti dal 2010 una norma (decreto legislativo 11/2010) che vieta commissioni aggiuntive quando si paga on line (ribadita anche nel Codice del Consumo con le novità introdotte a giugno del 2014), ma molti operatori, soprattutto compagnie aeree ed agenzie di viaggio on line, fanno orecchie da mercante. Altroconsumo ha inviato numerose segnalazioni ad Antitrust per pratiche scorrette, ma per gli operatori sanzionati più volte evidentemente è più economico pagare le sanzioni piuttosto che eliminare le commissioni aggiuntive.


Siamo convinti che sia molto importante che chi acquista un prodotto o un servizio e lo paga con una carta non sia obbligato a pagare di più solo perché non paga in contanti. E’ questa una condizione sine qua non per aumentare percentualmente i pagamenti con strumenti diversi dal contante.


E’ evidente che gli esercenti possono ovviamente caricare sul prezzo il costo degli strumenti di pagamento ma almeno i prezzi pubblicizzati saranno così completi, non ci saranno differenze dovute a commissioni aggiuntive spesso non pubblicizzate adeguatamente, e quindi il confronto sarà più facile a favore della concorrenza.


Altro aspetto presente nell’accordo il diritto al rimborso per gli addebiti diretti in euro (strumento usato normalmente per pagare le bollette): questo diritto sarà incondizionato in modo da risarcire immediatamente e sempre il consumatore in caso di reclami come ad esempio se il bene e servizio già pagato non è stato consegnato. Il diritto al rimborso è adesso limitato perché con l’addebito diretto Sepa i mandati sono gestiti dai creditori (ad esempio le società di fornitura dell’elettricità o le società di telefonia) e non dalla banca dell’utente che paga, come accadeva invece con i vecchi Rid, da qui la necessità di assicurarsi che il consumatore possa chiedere i soldi indietro facilmente in caso qualcosa vada storto.


Il principio adesso è che il consumatore, in caso di problematiche, avrà subito indietro i soldi che gli sono stati addebitati che ovviamente dovranno essere da lui restituiti se poi dalle verifiche risulterà che il suo reclamo non è fondato.


Altro aspetto molto importante che va nella direzione di aumentare la fiducia dei consumatori nelle carte di pagamento a favore quindi di un loro maggiore utilizzo è l’intervento sulla responsabilità massima del titolare della carta in caso di utilizzo fraudolento dopo furto o smarrimento. Questa responsabilità sarà ridotta dagli attuali 150 euro a massimo 50 euro.


Tra le novità c’è anche l’obbligo per chi offre servizi di pagamento di informare i consumatori sugli incidenti di sicurezza; i consumatori saranno infatti informati se c’è stata una violazione dei loro dati personali o delle situazione di rischio ai sistemi di sicurezza. 


Tutti questi elementi vanno nella direzione di aumentare la fiducia dei consumatori nelle carte di pagamento e negli strumenti di pagamento alternativi al contante. In effetti sapere che:

  • l’utilizzo delle carte non comporta costi aggiuntivi rispetto al prezzo del bene e servizio che si sta acquistando, 
  • che se anche la carta persa o rubata, malauguratamente viene usata fraudolentemente da un terzo, la propria responsabilità sarà di massimo 50 euro, 
  • che se si paga un bene o un servizio con addebito diretto in conto (pensiamo alle bollette) e qualcosa va storto si ha sempre diritto ad un immediato rimborso, 
  • che esistono degli alert che avviseranno i casi di violazioni dei dati personali e di falle nei sistemi di sicurezza non può che aumentare la fiducia dei consumatori. E questo nel lungo termine favorirà la diffusione degli strumenti di pagamento alternativi al contante soprattutto nei paesi come l’Italia dove ancora la maggioranza dei pagamenti avviene in contanti e i consumatori per la maggior parte usano la carta di debito per prelevare contante dagli sportelli automatici e così pagare  gli acquisti.

 

Diffondere le carte significa anche aumentare gli acquisti on line e dunque le possibilità di acquisti a prezzi più bassi per una maggiore percentuale della popolazione.

 

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Autore:


Dal 1995 per l’ufficio studi di Altroconsumo produce analisi sul settore bancario, assicurativo e dei mezzi di pagamento. I lavori spaziano dal credito al consumo al credito immobiliare, dalle assicurazioni vita ai conti correnti ed alle carte di pagamento.

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