Una questione di etichetta


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Uno degli ultimi atti dell’ormai ex Ministro agli Affari europei Moavero Milanesi è stato prendere posizione in Consiglio competitività in Europa contro l’utilizzo volontario della simbologia del semaforo per contraddistinguere gli alimenti eccessivamente ricchi di sale, zuccheri e grassi. E' il risultato della nuova offensiva protezionistica lanciata dal Governo italiano riportata da un’Ansa del 21/02. A detta del nostro Governo e di altri 16 Stati UE si tratterebbe di una violazione del Regolamento 1169/2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 22 novembre 2011, che ha come obiettivo l’armonizzare e modernizzare le norme sull’etichettatura dei prodotti alimentari al fine di garantire la libera circolazione degli alimenti all’interno dell’Unione europea e anche quello di informare correttamente il consumatore.


Ora, è bene sapere che molte delle prescrizioni riguardanti l’etichettatura dei prodotti alimentari riportate nel regolamento prevedono, in realtà, indicazioni di fatto già obbligatorie sulle etichette dei prodotti preconfezionati e che la norma europea si applicherà, per la quasi totalità delle sue prescrizioni, solo a partire dal 13 Dicembre 2014, mentre l’etichettatura nutrizionale diventerà obbligatoria non prima del 13 dicembre 2016.
 

L’informazione sui prodotti non confezionati e preincartati è stata demandata agli Stati membri, mentre non è passato a suo tempo nel testo del Regolamento il sistema dell’indicazione con  “semaforo”, ossia il sistema di informazione nutrizionale semplificato che, sul fronte della confezione, avrebbe potuto indicare in maniera rapida al consumatore le caratteristiche nutrizionali dell’alimento, suggerendogli l’opportunità di un suo eventuale consumo. Tuttavia alcuni Stati membri, che avevano già prodotto delle etichette semplificate, come appunto i semafori in UK, hanno continuato a usarli come misura volontaria. Tutto questo, in un momento in cui lo spirito dei padri fondatori dell’Unione europea scricchiola  si è  ben presto trasformato in una guerra commerciale, in uno scontro nord contro sud dove a perdere pare essere l’Europa. La verità è che il semaforo fa paura perché funziona: finalmente i consumatori, con questo strumento, riescono a capire cosa significa l’indicazione nutrizionale relativa alle quantità di zucchero, sale e grassi e a orientare il loro comportamento alimentare, di conseguenza per limitare l’eccesso di peso, o per non eccedere oltre con colesterolo, trigliceridi, e zuccheri, come suggerito dal medico.


Ne è un pratico esempio il calcolatore sugli snack online sul sito di Altroconsumo dallo scorso 27 settembre, che ha collezionato 56.392 visite (http://www.altroconsumo.it/alimentazione/prodotti-alimentari/calcola-risparmia/merendine).

L’obesità e le epidemie correlate ad un eccesso di grassi, zucchero e sale nell’alimentazione non si combatte, infatti, con un solo strumento. Questo era lo spirito di Guadagnare Salute, iniziativa promossa dall’allora ministro Livia Turco su spinta dell’OMS che riteneva di dover combattere l’obesità, soprattutto quella infantile, trattandola come un’epidemia.  Oltre all’attività fisica, alle scale fatte a piedi, bisogna rendere i consumatori consapevoli e permettere loro di scegliere gli alimenti comprendendo quello che essi realmente sono.


Dalle piazze alla Consulta per la sicurezza nutrizionale istituita presso il Ministero della salute nel 2012, il messaggio resta lo stesso: educazione, informazione, sviluppo dell’attività fisica, ordinamento della pubblicità, etichette nutrizionali chiare e comprensibili, riformulazione degli alimenti con maggiore attenzione a una composizione corretta, interventi di modulazione dell’Iva in funzione della tipologia di alimenti.


Il progetto di ricerca del settimo programma quadro dell’UE Eatwell.eu ha analizzato numerosi studi sull’etichettatura nutrizionale ed è arrivato alla conclusione che in particolare il front pack è una delle misure che promuove comportamenti virtuosi da parte del mondo produttivo (la formulazione dei prodotti) grazie ad una trasparente e chiara comunicazione ed è una delle misure più accettate dai diversi stakeholder, in particolare nel nostro paese. Tra gli scaffali dei supermercati non si ha il tempo di comparare le etichette e sono in pochi ad avere le competenze per comprendere esattamente le indicazioni nutrizionali sul retro delle confezioni.


In seno al BEUC, organizzazione europea di consumatori di cui Altroconsumo è membro, si è discusso in maniera accesa per una decina di anni con i colleghi di tutta Europa (del nord e del sud) sul sistema dei semafori e, sebbene anche noi fossimo inizialmente perplessi ed ostili, abbiamo dovuto arrenderci di fronte all’evidenza dei dati che dimostravano la non comprensione delle etichette nutrizionali convenzionali. L’introduzione di una valutazione con i colori, invece, permette di comprendere immediatamente.


Gli stili di vita sono mutati e l’alimentazione fuori casa è diventata preponderante, ma nessuno di noi sa esattamente quanto apporta il pranzo consumato in mensa, al bar o al ristorante. Se dobbiamo tener sotto controllo qualcosa (calorie, grassi, zucchero) andiamo a naso nello scegliere perché non ci viene detto nulla dei valori nutrizionali presenti. Se si danno indicazioni comprensibili, almeno sul contenuto dei nutrienti più controversi, chi ha motivo per farlo modifica il suo comportamento. Evidentemente fa paura che i consumatori possano scegliere da sé come alimentarsi. Chissà se il Governo Renzi avrà il coraggio di rivedere la posizione dell’Italia e consentire ai cittadini di scegliere cosa mettere nel carrello anche grazie ad un semaforo.

 

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Autore:


Segretario generale di Altroconsumo e membro del Consiglio direttivo dell’associazione dal 1997. E’ responsabile delle Relazioni esterne dell’organizzazione e suo rappresentante presso il Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti del Ministero dello Sviluppo economico. Partecipa all’esecutivo BEUC dal 2008 dove è stata eletta nel 2012. Socio FERPI dal 2000, collabora con CDM e con le università dal 1998 perché crede nella contaminazione culturale.

2 Risposte a "Una questione di etichetta"

  1. klement scrive:

    Il semaforo sostituisce il cervello, facendo credere che un bicchiere di latte intero avendo il rosso faccia peggio di un litro di Coca Cola avendo il verde. Sapendo dell'alto contenuto di grassi, posso decidere di smaltirli con l'attività sportiva o bilanciarli col resto della dieta

  2. Luisa Crisigiovanni scrive:

    Caro Klement, del nostro cervello sappiamo pochissimo, ma certamente un'etichetta che più facilmente ci faccia capire come ci stiamo nutrendo non lo inibisce. E' uno strumento in più per scegliere e un modo diverso di comunicare qualcosa di molto complesso come un'etichetta nutrizionale. Questo non ci esime da uno stile di vita salutare, che comprende anche l'attività fisica. Consiglio la lettura dell'articolo di Sue Davids, ricco di esempi veri.

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