Tariffe telefoniche: il beneficio per il consumatore è un’eccezione


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La variazione della Tariffa Base di Telecom è l’occasione per fare il punto della situazione in un mercato dove i benefici per i consumatori sono ancora un’eccezione, invece che la regola.

Da aprile di quest’anno Telecom Italia ha modificato la Tariffa Base per clienti domestici. È anche aumentato il canone mensile, pari a 17,40 euro.
La variazione è innovativa: 5 centesimi di scatto alla risposta e 5 centesimi al minuto, sia per chiamare verso fisso sia per i cellulari. Per il fisso, inoltre, il traffico oltre le tre ore mensili prevede una tariffazione scontata del 50%.
L’aumento della tariffa a consumo verso fisso è ingente: da 1,9 a 5 centesimi al minuto (+163%). La tariffa verso i telefonini è, invece, migliore delle più competitive applicate dagli operatori mobili. Si passa da 9,9 a 5 centesimi al minuto (-49%).
 

Rispetto alla tariffa precedente, a parte le telefonate brevissime, l’aumento di spesa per singola chiamata verso fisso è non inferiore al 28%. Per il traffico verso mobile,  la variazione in centesimi fa notare che i risparmi ottenibili sono alti e superiori all’aumento di spesa delle chiamate fisso – fisso.
 

Diminuzione delle Tariffe di terminazione mobile


Il taglio delle tariffe da fisso a mobile è un atto dovuto nei confronti dei consumatori. Negli ultimi mesi i costi sostenuti dagli Operatori si sono ridotti. I costi di terminazione mobile, cioè  il pedaggio pagato da un operatore per far transitare le chiamate sulla rete degli altri operatori, stanno scendendo: da 5,3 centesimi al minuto a giugno 2012 arriveranno a 0,98 centesimi a luglio 2013 (-81%).


La nuova Tariffa Base verso mobili è molto più bassa di quella applicata dai principali providers di telefonia mobile, generalmente pari a 12 centesimi al minuto e scatto alla risposta di 18 centesimi  (escludendo le opzioni con minuti gratis). Quindi i clienti con Tariffa Base potrebbero avere dei vantaggi a usare di più il telefono fisso per chiamare i telefonini.


I costi di terminazione, poi, incidono anche sugli gli altri Operatori. Ci si aspetta che questa variazione abbia degli effetti su tutto il mercato.


Analisi del mercato

Si prevede una stima della spesa mensile per il telefono fisso e per il cellulare, effettuata per una selezione di tariffe dei più importanti Operatori del mercato, compresa la Tariffa Base. La rilevazione di tale tariffa è avvenuta alla fine del mese di marzo 2013.


Ci si basa sul profilo di consumo utilizzato dall’Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD) per le proprie indagini, modificato per tenere in considerazione la realtà nazionale.


Per verificare se il mercato ha recepito la variazione delle tariffe di terminazione, si è immaginato di spostare sull’utenza di casa una percentuale del traffico effettuato abitualmente da cellulare a cellulare. Si vuole verificare se, dato l’abbassamento delle tariffe di terminazione mobile, i prezzi delle chiamate da fisso a mobile siano scesi. In questo caso, spostando le proprie chiamate sul telefono fisso, si potrebbe diminuire la spesa complessiva per chiamare da casa e in mobilità.


Dopo il taglio delle tariffe di terminazione , gli Operatori non hanno modificato la tariffa verso mobile, ma, per alcune offerte che prevedono la fornitura congiunta di ADSL e telefono, hanno offerto minuti gratis per le chiamate verso mobile. L’operazione è differente rispetto a quella effettuata da Telecom. Chi offre minuti gratis, offre telefonate verso mobile con una tariffa pari a zero, quindi migliore della Tariffa Base, ma solo entro una soglia di traffico. L’ampiezza della soglia è allora l’indicatore di quanta parte della riduzione di costo si trasforma in benefici per le bollette dei consumatori.


I risultati delle simulazioni

 

 

Per le chiamate da fisso, le offerte selezionate sono divise in tre gruppi: offerte che non prevedono minuti gratis, offerte con minuti gratis verso mobile e, infine, la Tariffa Base di Telecom.


La spesa media del gruppo di tariffe con minuti gratis è inferiore del 7,6% rispetto a quella delle offerte senza minuti gratis verso mobile.
 

Limitandoci alle categorie più convenienti, la spesa media complessiva per il telefono di casa e per il telefonino è di 61,27 euro.
 

La seconda parte dell’analisi prevede che si sposti sul telefono fisso il 75% delle chiamate abitualmente fatte da mobile a mobile. Siccome le tariffe del telefono di casa per chiamare i cellulari sono state ridotte (Tariffa Base) o azzerate entro certi limiti di minuti, cerchiamo di capire se la spesa complessiva diminuisce.

 

 

 

Le tariffe senza minuti gratis subiscono un forte incremento, come era logico immaginare. La spesa del traffico da cellulare non varia. Questo accade perché le tariffe oggi più convenienti includono nel canone mensile dei minuti gratis. La spesa media delle tariffe di telefono fisso con minuti gratis è aumentata. Le due tariffe più convenienti di questo gruppo si discostano, però, dal trend crescente. La loro spesa mensile è invariata poiché la soglia di minuti gratis offerta in un mese (1000 minuti per la prima tariffa e 500 minuti per la seconda) è abbastanza alta da assorbire completamente gli oltre 140 minuti trasferiti sul telefono fisso.
 

Per queste due offerte, cioè “ADSL e Chiamate Incluse” di Vodafone e “Tutto Incluso Light 20 Mega” di Tiscali, la somma della spesa mensile da fisso e la spesa per le chiamate da mobile è identica rispetto al profilo iniziale. Per tutte le altre offerte, essa è destinata a salire. La soglia di minuti gratis verso mobile offerta da queste ultime è, infatti, molto modesta rispetto a quanto previsto dalle offerte di cui sopra proposte da Vodafone e Tiscali: “All Inclusive L” di Infostrada offre 15 minuti gratis al mese verso telefonia mobile; nel caso dell’offerta di Fastweb, “Super Surf”, i minuti gratuiti sono 60 al mese. Telecom Italia, infine, non include minuti gratis nelle offerte di base. È necessario acquistare delle opzioni dedicate al traffico verso mobile che forniscono 200 minuti gratis, ma solo verso Tim.
 

In generale, quindi, trasferire traffico da mobile a fisso non  è un’operazione conveniente, anche a causa del tipo di offerte oggi disponibili sul mercato della telefonia mobile. La riduzione del costo del traffico da fisso a mobile non è ancora la prassi, bensì un’eccezione.
 

Prospettive future per il mercato domestico delle telecomunicazioni
 

È opportuno concludere l’analisi con una riflessione circa dinamiche in atto e le implicazioni che le operazioni in corso avranno sul mercato.
 

I cambiamenti, in primo luogo regolatori, ma anche delle offerte commerciali dei providers, indicano la tendenza sempre maggiore all’integrazione tra le reti di telecomunicazione fissa e mobile. Per gli utenti il passaggio tra una rete e l’altra è sempre più trasparente e tale trasparenza, nel futuro, dovrà aumentare ulteriormente. Per raggiungere tale obiettivo, l’attenzione alla tariffazione del traffico generato da fisso a mobile (e viceversa) è un’attività imprescindibile.
 

La riduzione delle tariffe delle chiamate da fisso a mobile è, inoltre, una variabile di rilievo della strategia in atto, volta a incrementare il valore generato dall’asset Rete fissa. Non si tratta, però, dell’unico esempio. I maggiori provider offrirono, soprattutto relativamente ai contratti di alta gamma, dei servizi ulteriori alla fonia e alla connettività, come per esempio i contenuti multimediali (musica in streaming) e software antivirus per la fruizione in sicurezza dei contenuti del web. Si cerca quindi di riequilibrare il rapporto tra il valore generato dalla rete fissa e il valore generato dalla rete mobile. Quest’ultima infatti, negli ultimi anni, sia in virtù dello sviluppo tecnologico, sia grazie all’ economicità dei costi di accesso da parte degli utenti finali, ha certamente sottratto risorse e clienti all’infrastruttura fissa tradizionale.
 

Infine, se è vero che sulla base dei fatti analizzati è possibile intuire il sentiero di sviluppo che si vuole perseguire a livello industriale, il presente lavoro dimostra che la spesa complessivamente sostenuta dai clienti finali domestici per i servizi di comunicazione, in generale, non diminuisce e il trasferimento dei vantaggi derivanti dai minori costi appare scarso e frutto dell’eccezione, piuttosto che di una prassi consolidata.

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Autore:


È laureato in Economia e commercio. Collabora con Altroconsumo dal 2006, nell’ambito dell’analisi dei mercati delle telecomunicazioni e dell’energia e degli aspetti regolatori ad essi correlati. Rappresenta Altroconsumo nelle relazioni con l’Autorità per l’energia elettrica e il gas, per quanto riguarda le consultazioni che tale Istituzione organizza a favore delle Associazioni dei Consumatori.

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