La proposta di direttiva europea sui conti di pagamento: attenzione all’effetto gambero


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La Commissione Europea ha emanato ieri la sua proposta di direttiva che ha come oggetto i conti di pagamento.
La proposta opera su tre grosse macro-aree avendo come obiettivo ultimo un mercato più concorrenziale. Anche se in realtà non risolve alcuni grossi problemi che almeno in Italia sono ben presenti: rispetto delle norme, sanzioni efficaci e tempi certi in caso di cambio dell’operatore.

 

La prima area di intervento è la comparabilità delle offerte.
La proposta innanzitutto cerca di rendere più semplici e comprensibili i contratti bancari, chiedendo agli Stati membri di stilare un elenco di almeno 20 servizi di pagamento più comuni offerti a pagamento in modo che possano essere individuati per essi dei termini semplici e comuni per tutti. Questi servizi di pagamento devono coprire almeno l’80% delle operazioni che transitano su un conto di pagamento.
Ci si preoccupa poi di garantire prima della firma del contratto un’informativa precontrattuale completa e senza spese. Purtroppo però si fa riferimento ai solo 20 servizi di pagamento più significativi e questo rischia per lo meno per l’Italia di ridurre l’informativa precontrattuale.
In Italia al momento c’è la possibilità di accedere a foglietti informativi standard molto completi secondo le regole di Banca d’Italia, aggiornati e pubblicati anche sui siti on line delle singole banche. Con questo provvedimento si rischia di tornare indietro, speriamo che in caso di situazioni migliorative come quella italiana le cose non cambino.
E’ previsto inoltre che almeno una volta ogni anno gli operatori consegnino ai clienti un dettaglio delle spese pagate sul conto chiamato (DETTAGLIO DELLE SPESE) che deve riportare il costo unitario di ogni servizio, il numero di volte in cui è stata fatta un’operazione oltre che la data di esecuzione, l’ammontare totale delle spese pagate per ogni servizio nell’anno, l’ammontare totale di spese. 
Anche su questo aspetto l’Italia era già a posto: Banca d’Italia ha introdotto questo obbligo per gli operatori dal dicembre del 2011.
Altro aspetto importante la possibilità di comparare le offerte per fare la scelta migliore.
L’articolo 7 della Proposta parla in specifico di siti on line di comparazione, affermando che ogni Stato membro deve fornire un servizio di questo genere ai consumatori. Questo può avvenire con un sito gestito da un’Autorità indipendente oppure da soggetti privati accreditati dagli Stati membri per assicurare un servizio di comparazione on line ai consumatori. Questi soggetti privati devono ovviamente rispettare dei requisiti particolari: essere funzionalmente indipendenti dagli operatori di mercato, aggiornare di continuo le informazioni, coprire una quota significativa del mercato, garantire una procedura di gestione dei reclami. In pratica quello che Altroconsumo già offre ai consumatori italiani associati con il servizio “banca dati conti correnti”.
Di certo avere la possibilità di accedere ad un servizio di comparazione aggiornato darebbe grossa mobilità agli utenti che sarebbero più consapevoli dei costi e dunque farebbero delle scelte più consapevoli.
Comparare significa anche avere la possibilità di cambiare facilmente se il conto costa troppo. Per questo la proposta di direttiva si occupa in specifico anche di Trasferimento del conto, delineando una procedura che deve essere seguita da tutti gli operatori in tutti gli Stati membri.
In pratica è molto simile al “Trasloco conto” italiano. La procedura è gestita dalla banca a cui si chiede l’apertura del muovo conto che è autorizzata dal cliente a chiedere alla banca iniziale il trasferimento delle domiciliazioni e degli altri rapporti. In questo caso la nostra normativa prevede che il trasferimento sia senza costi di estinzione e che se ci sono dei costi sono solo quelli di chiusura contabile del conto che si pagherebbero comunque anche senza il trasferimento.
La proposta di direttiva invece su questo aspetto non è così chiara. E dunque anche su questo aspetto occorrerà porre attenzione durante il recepimento.

 


Infine l’inclusione finanziaria e dunque la possibilità per tutti di accedere ad un conto di pagamento senza discriminazione alcuna. Come ha detto il commissario Barnier in Europa ci sono 59 milioni di persone che, pur volendo, non possono accedere ad un conto di pagamento.
Gli stati membri dunque devono garantire che tutti gli operatori offrano a tutti i clienti un conto con caratteristiche di base, uguale per tutti, residenti e non. Questo conto deve dare la possibilità a tutti di prelevare e versare denaro e di fare le operazioni più semplici a un costo ragionevole. Ci sembra di vedere dunque ricomparire il CONTO BASE che tutte le banche devono offrire in Italia da giugno del 2012 a costi ragionevoli e che invece non viene offerto ai potenziali clienti ed ha dei costi davvero eccessivi – fino a 90 euro (Si veda l’inchiesta con telecamera nascosta realizzata da Altroconsumo).

 

 

Dunque come sempre buone le intenzioni ma non servono a nulla senza un controllo dell’operato delle banche e senza sanzioni efficaci. A questo cerca di pensare l’ultima parte della proposta di direttiva. In cui si afferma che ogni Stato membro deve individuare un’Autorità competente che controlli il rispetto della Direttiva. Questa Autorità non deve avere alcun rapporto con gli operatori da controllare. Banca d’Italia non sembra essere la scelta giusta; più corretta sembra essere l’Antitrust. Si parla anche di sistemi di risoluzioni extragiudiziali delle controversie: e su questo punto in Italia è ottima l’esperienza dell’Arbitro bancario e finanziario che ci auguriamo continui ad essere il punto di riferimento per le controversie sui conti di pagamento.
Ed infine le sanzioni che dovranno essere efficaci e persuasive ma che ancora una volta sono lasciate quantificare agli Stati membri.

 

In conclusione non ci sembrano essere degli aspetti così innovativi, almeno per l’Italia. Manca ad esempio una quantificazione dei tempi massimi da rispettare per il cambio di operatore che potrebbe risolvere molte delle controversie in materia di mobilità del correntista.
Sotto molti aspetti la normativa italiana attuale sembra essere più avanti e ci auguriamo che il recepimento delle nuove norme non abbia un effetto gambero. Da parte nostra faremo tutto il possibile perché in Parlamento europeo la proposta di direttiva venga modificata per tener conto il più possibile di quanto già c’è di migliorativo già ora in Italia rispetto alle norme da approvare. Sarebbe un peccato perdere quanto già conquistato in questi anni. Così come chiederemo delle sanzioni già ben quantificate nella direttiva ed un’Autorità indipendente che controlli il rispetto delle leggi direttamente in banca con mistery shopping.

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Dal 1995 per l’ufficio studi di Altroconsumo produce analisi sul settore bancario, assicurativo e dei mezzi di pagamento. I lavori spaziano dal credito al consumo al credito immobiliare, dalle assicurazioni vita ai conti correnti ed alle carte di pagamento.

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