L’agenda dell’Autorità dei trasporti


Share on LinkedIn

imprese regolate, affinché faccia “concessioni” di vario tipo a questi interessi, di per sé legittimi. Più il regolatore è isolato, maggiori sono i rischi, nel tempo, di cedimenti a tali pressioni (“cattura del regolatore”). Infatti, il rapporto tra il settore regolato e il regolatore diventa strettamente biunivoco, privo di quel controllo aggiuntivo che una gestione più collegiale consentirebbe. Un’altra osservazione concerne il rapporto dell’autorità con l’Agcm. Questo organismo ha maturato negli anni una notevolissima esperienza regolatoria nel settore dei trasporti, pur non potendo per legge intervenire direttamente sugli attori non soggetti a concorrenza, quali i monopoli naturali e legali. È intervenuta, però, in due modi: quando sono state permesse forme parziali di concorrenza (le gare di affidamento di concessioni) e con “raccomandazioni” agli organismi politici e ai regolatori pubblici esistenti a cui prima si è accennato. Questi interventi dell’Antitrust sono rimasti generalmente con scarso o nullo effetto, specialmente le “raccomandazioni”. Ciò a riprova di quanto sia rilevante la costituzione di un organismo autonomo, dedicato, e con forte capacità di intervento normativo e sanzionatorio. Sarebbe da auspicare che la nuova autorità faccia tesoro dell’esperienza tecnica accumulata dall’Antitrust, per esempio acquisendo alcuni specialisti da quella autorità, ma anche per ragioni “culturali”: per sua natura l’Antitrust tende a proteggere i consumatori contro le rendite di produttori e vede nei meccanismi del mercato e della concorrenza lo strumento più potente. Una cultura certo molto distante da quella delle burocrazie ministeriali, altra potenziale e temibile fonte di personale o anche solo di “vicinanza culturale” per la nuova autorità.

 

Quali servizi di trasporto regolare? Partiamo dalle ferrovie: le cose da fare qui sono tante e difficili. Innanzitutto occorre realizzare lo spirito della normativa europea, che vuole che la rete ferroviaria (Rfi , società di Fs) sia realmente, non solo formalmente, separata dai servizi che si svolgono su tale rete (Trenitalia, anch’essa parte di Fs, ed entrambe possedute dal ministero dell’Economia). Ciò per evitare che i nuovi operatori dei servizi ferroviari debbano pagare il pedaggio per l’uso della rete, se pur indirettamente, a un loro concorrente.

La regolazione del settore aereo, invece, dovrebbe concentrarsi su due aspetti: la liberalizzazione degli slot aeroportuali (cioè delle rotte servibili dalle diverse compagnie) e una riduzione delle tariffe aeroportuali, o almeno aumenti più ridotti in caso di nuovi investimenti.

 

Print Friendly

Autore:


È professore di trasporti al Politecnico di Milano. È stato un esperto del Piano Generale dei Trasporti, e regolatore di autostrade e aeroporti (NARS). Scrive regolarmente di trasporti su diversi periodici italiani.

Non ci sono commenti.

Inviando il commento accetti espressamente le norme per la Privacy.