Open data, democrazia deliberativa: una ricercAzione tra Scuole sulla Cittadinanza digitale


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Questa volta la scuola approfondisce e sperimenta, senza ritardo, le opportunità formative consentite dalle nuove tecnologie…


Innanzitutto con un’iniziativa seminariale, poi con un progetto di ricercAzione sulla cittadinanza digitale promossa presso il Liceo Carlo Tenca di Milano che vede il coinvolgimento di insegnanti dei diversi ordini di scuola: primaria, secondaria di primo e di secondo grado.


Il Seminario La cittadinanza digitale: una nuova frontiera della democrazia


L’iniziativa seminariale organizzata in collaborazione tra Università degli studi di Milano Bicocca e l’Istituto Pedagogico della Resistenza(nel seguito IPR) si è svolta il 19 gennaio scorso presso la Scuola media statale Rinascita-Amleto Livi. Il seminario oltre allo svolgimento delle presentazioni dei relatori prevedeva dei laboratori di approfondimento. Nell'affrontare temi come "Smart city" e "Open data" si è fatto particolare riferimento alle iniziative avviate dal Comune di Milano e alle prospettive che esse aprono ai cittadini e alle scuole.
In particolare si è ragionato sulla prospettiva di un fortissimo incremento, nei prossimi decenni, del numero di cittadini che risiederanno stabilmente nelle città.
Ciò creerà enormi problemi alle amministrazioni comunali (di tutto il mondo) che si troveranno a gestire questa transizione.
Il Comune di Milano da tempo considera l’argomento nell’ottica di migliorare la qualità della vita dei propri cittadini. La città intelligente infatti, grazie anche all'impiego diffuso e innovativo delle TIC, dovrà conciliare e soddisfare le esigenze dei cittadini, delle imprese e delle istituzioni dando priorità ai bisogni delle persone, a una gestione oculata delle risorse e al perseguimento di uno sviluppo economicamente sostenibile. L’approfondimento sulle smart city ha confermato quanto era già emerso nelle precedenti attività laboratoriali cioè l’esistenza di una stretta correlazione tra Democrazia deliberativa e Open data.

 

Il progetto di ricercAzione sulla cittadinanza digitale


La ricercAzione punta alla costruzione di percorsi didattici “a ponte” tra ordini di scuola dove classi di scuole diverse, primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado, collaboreranno per lo sviluppo di un identico obiettivo: lo sviluppo di competenze di cittadinanza digitale. Il fine è complesso: sono molte le sfaccettature da considerare nella costruzione di tali competenze che devono diversamente caratterizzarsi a seconda dell’età degli alunni/studenti cui vengono proposte. La qualità del percorso di ricercAzione verrà monitorata e sostenuta col contributo di Docenti dell’Università degli studi di Milano Bicocca Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione "Riccardo Massa", dell’Università degli studi di Torino Dipartimento Filosofia e Scienza dell’Educazione, dall’IPR e dall’Associazione MED.


Obiettivi della ricercAzione


La ricercAzione si svilupperà nel presente e nel prossimo anno scolastico e si muoverà lungo due possibili filoni di sviluppo delle competenze di cittadinanza dei ragazzi.
Il primo filone prevede la collaborazione di classi del Liceo delle scienze sociali a orientamento economico Carlo Tenca e della Scuola primaria Ferrante Aporti con l’obiettivo di predisporre coi ragazzi possibili contenuti informativi per la costruzione dello smart district della zona circostante la scuola con dati storici, sociali, economici, ecc. reperiti anche dai dataset presenti nel sito open data del Comune di Milano. Con questa proposta si vuole far comprendere ai ragazzi il collegamento tra la Democrazia deliberativa e il FOIA Freedom of Information Act, "atto per la libertà di informazione" che è una legge che impone alle amministrazioni pubbliche di consentire ai cittadini l'accesso ai documenti in loro possesso che viene realizzato pubblicando i dataset, contenenti i dati da rendere pubblici, negli appositi siti Open data delle pubbliche amministrazioni coinvolte.
Il secondo filone si occuperà dello sviluppo di percorsi didattici di Educazione alla criticità pensati per classi di diversi ordini di scuola con l’obiettivo di migliorare le competenze critiche e di discernimento dei ragazzi per renderli capaci di estrarre dai diversi media le sole informazioni attendibili e di qualità.  Dice un antico proverbio spagnolo “quando c’è un’inondazione la prima cosa che scompare è l’acqua potabile”. La stessa cosa accade nel diluvio informativo cui siamo quotidianamente sottoposti: solo chi ha acquisito le competenze critiche necessarie a discernere riesce a smascherare le “bufale” e a individuare informazioni attendibili e di qualità. La ricercAzione punta a far confrontare tra loro insegnanti di ordini di scuola differenti su come “insegnare criticità” quando tale obiettivo viene intenzionalmente assunto come finalità del proprio lavoro in classe.


Un’ultima riflessione su Open data e scuola


Per valutare il grado di apertura dei file pubblicati nei siti open data si può utilizzare il modello di Tim Berners-Lee  che prevede una graduatoria correlata al numero di stelle attribuito (da 1 a 5 stelle).  Il livello più basso è quello a una stella. Ogni livello successivo (con una stella in più) possiede le caratteristiche del livello precedente cui si aggiungono nuove possibilità operative.
Una sola stella indica la semplice disponibilità delle informazioni in dati on line, in un formato qualsiasi, purché distribuito con licenza aperta. I dati distribuiti in questo formato sono leggibili e stampabili dagli utenti, ma non sono strutturati: ad esempio immagini (con formati come .gif, .jpg, .png), documenti in formato Microsoft Word, Adobe Pdf e non è possibile effettuare su di essi alcuna elaborazione.
Due stelle segnalano la possibilità di effettuare elaborazioni sui dati, a patto di
disporre del software necessario a gestire i file che vengono distribuiti codificati con un formato proprietario, es. Microsoft Excel.
Tre stelle. Con questo livello si ha la possibilità di effettuare elaborazioni sui dati senza essere
costretti ad utilizzare software proprietario infatti i dati sono strutturati e codificati in un formato non proprietario. Ad esempio il formato .csv (Comma Separated Values).
Quattro stelle: il singolo dato di un dataset è disponibile on line in un formato aperto (tipicamente XML/RDF) e può essere richiamato attraverso il suo specifico indirizzo Internet (URL, Uniform Resource Locator). Si può così puntare al dato o insieme di dati da una
applicazione o da un programma che poi potrà effettuare le elaborazioni desiderate
Cinque stelle indica quelli che sono definiti Linked Open Data che – dal punto di vista del formato presentano nella struttura stessa del dataset, collegamenti ad altri dataset. E possibile così collegare dinamicamente tra loro più dataset, incrociare informazioni provenienti da fonti differenti ed eventualmente distribuite da Pubbliche  Amministrazioni diverse.

 

Nello sviluppo del primo filone della ricerca-azione sulla cittadinanza digitale verranno utilizzati i dati sui quartieri forniti dal Comune di Milano. Si utilizzeranno quindi file codificati in formato .csv.  Ciò ha una valenza positiva e una negativa. 
La positività è legata al fatto che le competenze informatiche diffuse tra il personale della scuola sono generalmente sufficienti a consentire un’utilizzazione didattica di dataset così codificati.
La negatività per la scuola, e soprattutto per le imprese che desiderassero fare business con l’open data, è legata al fatto che non è possibile alcun collegamento dinamico tra dataset, né un costante aggiornamento real time delle elaborazioni.

 

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Autore:


Professore di discipline giuridiche ed economiche al Liceo Carlo Tenca di Milano. E’ stato per anni professore a contratto del laboratorio di Informatica giuridica pubblica nella Facoltà di Economia dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca. E’ pubblicista e si occupa di nuove tecnologie

7 Risposte a "Open data, democrazia deliberativa: una ricercAzione tra Scuole sulla Cittadinanza digitale"

  1. Lina Castaldo scrive:

    Gli Open Data creerebbero chiarezza e trasparenza sui dati di ogni singola scuola, semplificando la burocrazia,  ciò sarebbe un grosso vantaggio non solo per le gli studenti, che in tal modo sarebbero stimolati,  in quanto "nativi digitali" che sempre più manifestano l'esigenza di acquisire competenze di "cittadinanza digitale", ma anche e soprattutto per le loro famiglie che potrebbero sfruttarli per orientare i loro figli nella scelta dei diversi istituti, a ciò si aggiunge il fatto che i costi previsti non sono affatto alti.

    • Fulvio Benussi scrive:

      Condivido pienamente le sue riflessioni, credo infatti che il perseguimento di una maggior trasparenza nella gestione delle singole scuole, anche attraverso l’istituzione di appositi siti open data, vada perseguita con forza. In particolare ritengo auspicabile la diffusione delle informazioni sugli esiti formativi, e sui successivi esiti universitari degli studenti, dei dati relativi all’anagrafe sulla professionalità dei docenti oltre alla diffusione del bilancio sociale della scuola per via non solo digitale, ma veicolata anche attraverso specifici momenti di confronto pubblico con la comunità scolastica.

  2. Anna Passoni scrive:

    La democrazia deliberativa è un traguardo da raggiungere. Occorre parlare di più e più spesso del libero accesso ai dati, studiando anche i possibili benefici effetti economici, sociali e culturali di una vera partecipazione all'informazione.

  3. Gerardo Valletta scrive:

    La questione centrale è l'analisi critica ed il discernimento rispetto alle informazioni  che tutti noi, adulti e ragazzi, riceviamo.

     Solo cittadini adeguatamente informati e quindi non soggetti ad una evidente asimmetria informativa, potrebbero realmente fare scelte consapevoli.Quanto alla messa a disposizione  da parte delle PA, di dati riguardanti   la trasparenza dell'azione amministrativa siamo ancora lontani dal raggiungimento di un livello  di diffusione accettabile.

  4. Antonio Amodio scrive:

    La libertà di accesso ai dati è fondamentale per garantire trasparenza ( spesso oggi giorno accantonata) ma anche per accrescere l informazione e questo non può che creare benefici sociali e crescita culturale.

     

    • Fulvio Benussi scrive:

      Il tenore dei commenti pervenuti (L. Castaldo, A. Passoni, G. Valletta e il suo) confermano la necessità che la scuola formi giovani cittadini capaci di discernimento e favorisca la loro ricerca di coinvolgimento nelle scelte a partire da quelle assunte dalle Amministrazioni locali. 

  5. Ellery Davis scrive:

    Even though I come from Australia, I am a teacher in England. In my career I met quite a few italian teachers, and I am still in contact with some of them. I admit I am very pleased to hear that also in Italy the use of open data and the diffusion of an evaluation system for the schools is increasing. I reckon that an effective and respected shool ranking system tends to gain the trust both of the families and of the employers. I think nowadays this is a fundamental characteristic of a modern and democratic country.

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